Ogni persona è contraddistinta da almeno una convinzione virus. Si può manifestare nella vita privata, tanto quanto sul lavoro. E ogni mestiere e responsabilità ha le sue, quelle che più frequentemente si presentano in chi svolge quel ruolo.
Cerchiamo di capire insieme cos’è una convinzione virus, e quali sono i suoi effetti.
Cos’è una convinzione virus
Una convinzione virus è, sostanzialmente, un pregiudizio. Un pregiudizio è una certezza assoluta che ci portiamo dietro, ma che non abbiamo verificato di persona con un approccio rigoroso e scientifico.
Come si crea un pregiudizio
Ci sono molti modi con cui un pregiudizio, o una convinzione virus, si crea.
In alcuni casi la sua creazione è indiretta: diamo per scontato che l’esperienza di qualcun altro corrisponda alla verità. Non ci prendiamo la briga di verificare o di fare domande: crediamo che quella persona sia meritevole della nostra fiducia, e assecondiamo la sua opinione in modo non critico.
Per esempio, se il nostro supervisore è convinto che uno dei collaboratori non sia un lavoratore efficace, potremmo finire per venire coinvolti in questa opinione. Di conseguenza, cambierebbe anche la nostra opinione su di lui, e inizieremmo a considerarlo pigro o svogliato.
Il secondo modo con cui una convinzione virus si crea è l’assunzione che un’esperienza personale si possa generalizzare a tutti i casi.
Per esempio, se lasciassimo l’auto in un parcheggio e al nostro ritorno fosse stata rubata, potremmo iniziare a pensare che l’intero parcheggio sia pericoloso. Nei giorni seguenti, anche se fosse l’unico posto libero, ci rifiuteremmo di mettere la macchina nello stesso parcheggio.
Quello che accomuna tutti i pregiudizi è che si creano per generalizzazione: una piccola esperienza personale prende il ruolo di esperienza collettiva, e lentamente si trasforma in verità.
Perché si chiama convinzione virus
Chiamiamo i pregiudizi convinzioni virus perché raramente si mantengono nella cerchia di persone certe della loro verità.
Esattamente come un’infezione, il pregiudizio “contagia” chi abbiamo intorno, e si allarga da una sola persona a decine, cambiandone il comportamento.
Due tipi di convinzione virus
Una convinzione virus non è necessariamente un pregiudizio in negativo: in realtà può esserlo anche in positivo.
Una convinzione virus negativa (“Quell’intera categoria di azioni è inefficace, non mi fido e non le verificherò”) ci porta generalmente a non agire, in un istinto di difesa e autoprotezione.
Se un conoscente afferma che un certo investimento sia poco profittevole o rischioso, difficilmente lo vorremo sperimentare sulla nostra pelle. Anziché verificare la sua opinione, ci fideremo in modo non critico e staremo lontano da quell’evento che ci preoccupa.
Una convinzione virus positiva agisce con gli stessi criteri, ma al contrario. Ci porta ad agire, a fidarci eccessivamente e a prendere un rischio che non sappiamo calcolare con precisione. Un esempio può essere: “Questo amico si è fidato di questa agenzia marketing e i risultati sono stati buoni: lo farò anche io”. Il processo non tiene conto di molte variabili, però:
- in che rapporti era la persona con l’agenzia, prima della collaborazione?;
- che tipo di strategia è stata impostata, quanto è stata studiata?;
- chi sono le persone che l’hanno curata?, chi si è occupato della fase operativa?;
- qual è stato il budget di investimento?, è stato più o meno alto di quello che possiamo mettere in campo noi?
Causatività e convinzioni virus
La causatività è la convinzione che ogni persona è responsabile, nel bene e nel male, delle conseguenze delle proprie azioni.
Se tutti agissero con causatività potremmo iniziare a lavorare seriamente sulle convinzioni virus.
Prendiamo il caso delle agenzie di marketing, il settore che meglio conosciamo.
Tantissime aziende hanno, nel corso del tempo, smesso di fidarsi di loro. Anziché addossare sui clienti la colpa, ogni agenzia dovrebbe domandarsi cosa del proprio comportamento (o di quello della propria categoria) ha innescato il pregiudizio.
Una motivazione c’è praticamente in tutti i casi, tranne qualche eventualità davvero estrema.
Di cosa abbia innescato pregiudizi nei clienti delle agenzie abbiamo parlato in diversi articoli: li puoi leggere qui e qui.
Cosa fare per superare una convinzione virus
Ogni persona elabora le proprie strategie per superare le proprie convinzioni virus, una volta compreso di averne.
Tutte sono accomunate dall’abbandono della generalizzazione. Ogni caso ha delle particolarità, e non è detto che la stessa azione o la stessa persona porterà agli stessi esiti (positivi o negativi) in ambienti diversi.
I due metodi migliori per abbandonare le generalizzazioni sono:
- verificare sempre ogni affermazione, positiva o negativa. Per sapere se possiamo fidarci dell’opinione di qualcuno, o dell’opinione di un gruppo su un fatto o una persona, dobbiamo per prima cosa avere esperienza di quell’evento o di quella persona. Fidarsi per sentito dire ci mette sempre in una condizione di svantaggio, in cui non abbiamo dati certi alla mano;
- farci influenzare positivamente dal confronto. Venire in contatto con esperienze e opinioni molto diverse è un modo per capire che una situazione cambia radicalmente a seconda del punto di vista con cui ci confrontiamo. Non significa dover necessariamente cambiare idea ogni volta, fino a perdere i propri valori o per dare sempre retta a qualcuno. Semmai, la differenza di esperienze ci fornisce più indizi per capire come comportarci!