“Community marketing” è un’etichetta sotto la quale possono ricadere tantissime scelte pubblicitarie. Le nozioni teoriche sono poche e frammentarie, spesso riferite al mercato americano. Ed è per questo che tante aziende -e molte agenzie pubblicitarie- non stanno sfruttando questo strumento. 

Cerchiamo di fare chiarezza su cos’è il community marketing, parlando delle sue cinque peculiarità più importanti! 

Cos’è il community marketing

Il community marketing è una strategia che mira a radunare i clienti di un brand, accomunati dalla passione per la tematica che l’azienda tratta. Alcuni business sono naturalmente più avvantaggiati nella creazione di una community: ne parliamo in questo articolo.

Se la dicitura è recente, la sua applicazione è invece antica. Un vecchio book club funzionava in modo molto simile. Tutti gli appassionati di lettura o di un autore specifico si trovavano nello stesso posto per discutere, darsi consigli, scambiarsi informazioni. 

La differenza è ovviamente nel mezzo. Se un book club aveva bisogno di un locale o di un salotto, al community marketing serve solamente una piattaforma social. E, ovviamente, una solida strategia di marketing impostata con anticipo. 

Uno spazio protetto per gli utenti: come crearlo con il community marketing

Il fondamento “spaziale” del community marketing è che quel gruppo di utenti-clienti deve avere un proprio spazio protetto

Uno spazio online si può creare in molti modi, a seconda del target dell’azienda, della tematica affrontata, della necessità di privacy

A diverse piattaforme sui social network corrispondono diversi livelli di privacy. 

Community marketing: il ruolo del tempo

Il community marketing è forse una delle tecniche di pubblicità più lente e graduali, ma dall’effetto sicuro. Man mano che la community viene nutrita dall’azienda con nuovi contenuti le persone si avvicineranno in modo spontaneo. 

La pazienza è una dote che non può mancare a chi desidera sperimentare lo strumento del community marketing. Le community online non reagiscono in modo diverso da quelle offline agli stimoli esterni. La community deve essere continuamente curata, rifornita di informazioni e contenuti, per mantenere alto l’entusiasmo e l’interesse.

Per fare community marketing è necessario saper bilanciare gli stimoli da proporre, per creare una miscela equilibrata.

Aggregazione, condivisione, dialogo: gli elementi fondamentali del community marketing

Il community marketing affonda le proprie radici nella psicologia sociale e nella sociologia. Come abbiamo detto, il funzionamento delle comunità umane fuori dai social non è poi molto diverso da quello delle stesse comunità online. 

L’unione è possibile dove un interesse viene alimentato e nutrito.

Aggregare

Per aggregare i clienti è necessario sollecitarli ad unirsi in uno spazio creato per loro.

Gli appassionati non saranno i soli ad avvicinarsi. Prima o poi arriveranno le persone che hanno dubbi, domande, che vogliono informazioni. E man mano l’interazione le aiuterà a decidere. 

Condividere

Gli utenti vanno sollecitati a condividere esperienze, preferenze, e dubbi. Una community è uno spazio chiuso in cui è facile pensare un’indagine di mercato o chiedere dei feedback

L’azienda deve fare lo stesso. Produrre contenuti utili, interessanti e originali. Parlare dei propri valori e della propria expertise. Far sentire i clienti al centro delle proprie giornate. 

I clienti avvertono se l’interessamento dell’azienda è genuino. E se sentono i propri bisogni soddisfatti, il processo di fidelizzazione è già ad un ottimo punto!

Dialogare 

La comunicazione e il dialogo sono alla base dell’interazione umana. Questa regola non viene meno nemmeno online. Nel dialogo ci sono la necessità di vicinanza, la curiosità, la socialità delle persone. 

Il dialogo nel community marketing assume due significati contemporanei: 

  • verticale, dall’azienda ai clienti
  • orizzontale, dai clienti ai clienti

Quando questi due processi riescono a cooperare, la crescita è garantita

Allargarsi al mondo

Una comunità creata con la tecnica di cui stiamo parlando è uno spazio chiuso, ma in continua evoluzione ed espansione. Utilizzando i giusti canali e facendo buone scelte di linguaggio è possibile allargarsi al mondo. 

Il limite spaziale della community è solamente teorico! 

C’è un altro aspetto fondamentale su cui riflettere. 

Due persone che erano ventenni negli anni ‘70, una negli Stati Uniti e una in Italia, vivevano stili di vita completamente differenti. 

Oggi, un ventenne ad Hong Kong vive in modo molto più simile ad un ventenne di Parigi. Più di quanto non sia mai successo. 

Il community marketing lavora soprattutto con un target giovane, dinamico, brioso. Sfruttando questa vicinanza è possibile allargare la community oltre ogni confine pratico. Mettendo in comunicazione persone da tutto il mondo, poi, aumenta sia la visibilità del brand che la sua credibilità

Community marketing e Covid

Il Covid ha eliminato la possibilità di coltivare passioni e hobby, almeno temporaneamente. Il corso di yoga è rimandato. Il prossimo appuntamento con gli amici appassionati di cinema non ha ancora una data precisa. Non sappiamo quando sarà il prossimo raduno di auto d’epoca. 

Il community marketing può intervenire per ripristinare gli scambi e i dialoghi. Creando uno spazio di discussione le persone sentiranno di essere più vicine, e desidereranno unirsi sempre di più. Il tempo passato in compagnia è ricco di significato, di ispirazione, di tranquillità. 

Quindi perché non sfruttare l’era più problematica per cercare di unire le persone? 

 

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