Nel nostro ultimo articolo abbiamo parlato di cosa sia il growth hacking e di quali tecniche può mettere in campo per assistere le aziende in fase di start-up.

In questo articolo, invece, parleremo di tre casi estremamente famosi di aziende che sono cresciute in modo esponenziale proprio grazie a questa disciplina.

Iniziamo!

In Dropbox nasce il growth hacking

Il colosso in cloud per la conservazione e la condivisione di documenti è bloccato. Qualcosa ne ostacola la crescita, lasciandolo con circa 100.000 utenti attivi, che non aumentano più.

In azienda arriva Sean Ellis. Il suo lavoro è già noto nella Silicon Valley, dove arriva, identifica chiaramente il problema, e in meno di un anno lo risolve in modo sistematico e trovando strategie a cui nessuno aveva ancora pensato.

Così accade anche in Dropbox. In meno di 15 mesi gli utenti diventano 4 milioni. Sean Ellis è riuscito nel suo intento con un serrato processo di prova ed errore.

All’inizio ha sperimenta con Google ADS. Stava però spendendo più del doppio del costo dell’abbonamento premium per attirare ogni cliente.

La vera svolta avviene con il meccanismo del refferal. Ad ogni utente che “porta un amico” in Dropbox, vengono regalati giga di memoria supplementare.

La strategia funziona: Sean Ellis conia il termine growth hacking e la disciplina si diffonde a macchia d’olio.

Uber: una storia di flessibilità

Uber è ad oggi presente in 900 grandi città del mondo, divise in 93 paesi. La sua forza è stata nella flessibilizzazione dei processi interni.

Gli utenti hanno il totale controllo del proprio acquisto e della corsa che stanno per fare con un’app intuitiva e semplice da usare.

I vincoli per diventare driver e rider non sono troppo serrati, e consentono ai guidatori di organizzare in modo personale la propria giornata, ottenendo un compenso medio più elevato di quello possibile in altre compagnie.

Poi, ci sono state le integrazioni di servizio, come UberEats, apprezzate sempre di più dagli utenti per la loro praticità e versatilità.

Queste scelte di flessibilità e di crescita veloce hanno permesso una penetrazione molto veloce nel mercato, che non ha praticamente incontrato resistenze da parte degli utenti.

AirBnB: il growth hacking punta tutto sulla customer experience

Chi di noi non ha mai prenotato un appartamento in AirBnB, di solito più bello e più economico di una stanza d’hotel media?

Anche la piattaforma di vacancy house renting ha sfruttato principi di growth hacking per sostenere la propria crescita: infatti, ha puntato tutto sull’esperienza dei consumatori, agevolati in ogni modo possibile durante la propria scelta.

L’appartamento si può vedere in decine di angolazioni, ci sono specifiche sui servizi molto precise, il contatto con il proprietario è semplice e diretto, il pagamento può essere dilazionato in tranche. Poi, c’è il servizio di esperienze del luogo: in base alla località scelta, AirBnB propone esperienze pratiche che gli utenti possono scegliere, verificare, valutare e acquistare per organizzare la propria vacanza o il proprio viaggio.

 

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